Covid 19: La voce dei centri CO.ME.TE

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Premessa

Non ci pensiamo mai, ma poi…oplà… e tutto cambia.

Gli eventi paranormativi sono così, ci colgono di sorpresa, ci travolgono, ci distruggono talvolta affetti e cose, e tutto ci sembra che finisca o che non possa più tornare come prima.

Certo, niente sarà più come prima, o quasi, ma sappiamo realisticamente che comunque sarà.

Allora affrontiamo questa situazione, questa solitudine o questo difficile contesto relazionale.

Così vogliamo mandare dalla nostra associazione non solo un augurio a tutti che finisca bene e che finisca presto, ma anche inviare piccoli messaggi in bottiglia per sopravvivere ma allo stesso tempo approfittare di questo enorme, e a volte drammatico, cambiamento per vederne possibilità nuove.

Non fermiamoci sul perché, ma diamo senso a quanto ci accade e, una volta tanto ci accomuna, per cogliere quanto di umano esiste in ciò che appare disumano e ci fa piccoli piccoli, a dispetto della nostra narcisistica civiltà.

Ma come bambini possiamo sempre scoprire, nell’oggi, un domani.

 

Covid 19 e fragilità psichica

La pandemia da Covid19 può essere considerata, a tutti gli effetti, un evento traumatico che compromette l’equilibrio psichico del singolo: il rischio di ammalarsi e di morire, o di veder ammalare o morire parenti, amici e vicini, rappresenta uno stressor forte per la psiche.

In queste circostanze siamo chiamati a far fronte ad una emergenza psicologica, in cui dobbiamo attingere a risorse e strategie di adattamento nuove.

Tra le conseguenze che questo stato di vulnerabilità produce troviamo due categorie principali di problematiche: quelle collettive che sfociano in comportamenti come l’esodo di massa e il panico collettivo, ed individuali come reazioni iper-emotive brevi e disturbi nevrotici, o l’acuirsi di disturbi individuali. Diventa centrale porre attenzione alle reazioni gravi di stress che possono comparire durante o dopo la fine dell’evento traumatico perchè sono segnali importanti per la cura e la presa in carico della persona, in particolar modo per quei soggetti che possiamo definire “a rischio”: superstiti/testimoni di morte gli operatori della sanità e i familiari delle vittime;  superstiti/testimoni che in passato erano già stati esposti ad eventi traumatici; superstiti/testimoni sottoposti ad effetti aggiuntivi di stressor (divorzio, perdita del lavoro, precarietà economica); superstiti/ testimoni diretti che si sono ammalati e sono sopravvissuti.

Non possiamo escludere da questa rapida disamina gli effetti che sappiamo prodursi dall’isolamento ambientale e sociale delle persone, che riguardano fattori legati al vivere continuativamente nello stesso luogo, allo stato di vulnerabilità percepito fuori dalle mura domestiche, alla percezione della precarietà globale. Diventa indispensabile porre attenzione alle reazioni emotive, fisiche e comportamentali che possono emergere in questa fase o successivamente allo stato di emergenza e isolamento.

 

Coppia

Eccoci qua, tutti insieme a vivere un’esperienza inedita e, fino a pochi giorni fa, impensabile.

Una situazione da condividere in un contesto relazionale difficile, complicato o anche doloroso e sicuramente forzato.

Le nostre vite sembrano sospese, ma noi e la nostra coppia continuiamo ad essere dentro un flusso relazionale che continua ad esistere, indipendentemente dal momento. Vi è la necessità di fermare tutto: i pensieri, i progetti, i desideri e sperimentare una condizione sconosciuta, fatta di piccoli gesti quotidiani che danno la reale dimensione di chi siamo e dei nostri bisogni. Nessuno è responsabile di quello che sta accadendo e questo ci solleva dal dare colpe, per cui dobbiamo imparare a familiarizzare con la possibilità di canalizzare la nostra energia positiva nelle piccole azioni quotidiane. E proprio per questo spostiamo l’attenzione dall’altro a noi, proviamo a sviluppare un’attitudine all’ascolto di noi stessi in questo silenzio che ci viene regalato.  Abbiamo la possibilità di neutralizzare la distruttività e la paura per essere solo nel “qui ed ora”.

Come Associazione diffusa sul territorio, mettiamo al vostro servizio la nostra professionalità per sostenervi a sperimentare questa diversa dimensione.

 

Per la famiglia

In attesa di un rientro graduale alla normalità, si propone una riflessione e poche ma utili indicazioni per affrontare con ragionevolezza e buon senso, questo periodo:

la sospensione della possibilità di socializzare e il confinamento dentro la geografia della propria casa possono mettere a dura prova la tenuta dei legami coniugali, genitoriali e anche di quelli tra i fratelli. Purtuttavia questa fase di convivenza forzata può consentire a noi e ai nostri figli di sperimentare un giusto equilibrio tra lo stare in una intimità familiare condivisa e lo stare in un proprio spazio privato reinventato rispetto ai nuovi ritmi quotidiani. Questa esperienza può risultare all’inizio difficile ma poi potrebbe sorprendentemente diventare piacevole e creativa.

  • cercare di concentrarsi su ciò che possiamo fare noi, come individui e come famiglie, e abbandonare l’idea di poter controllare cosa fanno gli altri
  • cercare di organizzare la giornata trovando un equilibrio tra doveri e eccessive concessioni all’ozio per evitare il rischio di caduta in comportamenti ansiosi o depressivi
  • mantenere atteggiamenti positivi e gentili verso sè stessi e verso gli altri
  • fare tesoro delle opportunità che ci offre questo momento, stare con i nostri figli e con il coniuge, prendersi cura della casa, trovare il tempo per pratiche piacevoli e troppo spesso messe in disparte per mancanza di tempo
  • praticare la solidarietà con le altre persone e rendersi utile a chi ha più bisogno, tutte le volte che è possibile
  • tenere più attivi del solito i rapporti con i familiari anziani, attraverso contatti telefonici o virtuali, più frequenti
  • ricordare che questo momento colpisce tutti, non siamo noi le sole vittime e quindi cercare di contenere la tentazione di lamentarsi troppo per il proprio “orticello”
  • cercare di mettere in “stand-by” i conflitti già in corso e presenti nelle coppie e nelle famiglie, per affrontarli quando la convivenza non sarà più così forzata
  • pensare a questa quarantena come qualcosa che farà parte dei nostri ricordi e che come tale potrà essere annoverata nel nostro passato
  • cercare di non annaspare alla ricerca di soluzioni definitive di problemi complessi, meglio muoversi e agire per obiettivi e orizzonti più circoscritti

 

Figli

Con i figli al tempo del Covid 19 è importante dare spazio a:

  • Il gioco: in autonomia e in famiglia. Giocando si rinforza la relazione e si generano aperture comunicative.
  • Le emozioni, anche quelle più “scomode” come la paura, la rabbia, la noia e la tristezza. Con disponibilità al dialogo, vanno accolte, contenute e tollerate.
  • Le routine: cadenzano la giornata e così danno stabilità e sicurezza a tutti, grandi e piccini, contribuendo, in un tempo minore, all’adattamento alla nuova situazione.

Diamo attenzione alla strutturazione delle attività giornaliere in modo che siano equilibrate tra loro.

In Australia anni fa avevano inventano un metodo per apprendere la lettura: lo chiamarono lettura alternata. Il genitore leggeva insieme al figlio un libro e ne leggevano un rigo di una pagina, o un po’, l’uno e un po’ l’altro. Di fronte a tanta tecnologia diffusa, questa semplicità sembra disarmante: forse ritrovare spazi a dimensione umana è l’ausilio più importante.

Poi, quando tutto sarà almeno un po’ passato, stiamo attenti alle emozioni che emergeranno e che forse avranno bisogno di ascolto anche se vi sembreranno inadeguate e fuori posto.

 

Soci Professionisti

Questa emergenza sembra che tutto distrugga e che ci faccia tornare allo zero iniziale.

Ma la nostra professione non solo rimane, (e da più parti ci dicono che tra poco ce ne sarà ancora più bisogno), ma è, per lo più, nelle nostre mani. Tutte le volte che i vincoli, gli impedimenti, la sorte, o l’invisibile che però esiste, buttano giù la nostra posizione raggiunta, quello, davvero, è il momento di investire: in cosa? Nella nostra professione, nella nostra formazione, nella nostra creatività per farci trovare pronti e per essere all’altezza di ciò che ci aspetta.

 

Per gli operatori della Giustizia

Quando la legge incontra la famiglia… parafrasando la frase simbolo della nostra Associazione; quando la legge incontra la famiglia che attraversa questo periodo emergenziale, ma soprattutto dopo, quando sarà passato, e per molti non sarà passato indolore, in quel momento la legge incontrerà la sofferenza, l’ingiustizia, con la rabbia e la rivendicazione. Ma voi incontrerete anche le crisi da convivenza forzata; aldilà di quello che molti pensano, la vostra è una professione che ha al centro la persona e la relazione con le persone, non con le cose.

Così voi incontrerete le persone e i loro dolori e lo farete con le vostre paure, per i vostri cari, ma anche la paura per la vostra professione così faticosa da costruire e salvaguardare, che oggi sembra dissolversi tra le pieghe delle chiusure da emergenza.

Sarà in quel momento fondamentale ritrovare la collaborazione ed il sostegno di quanti da sempre hanno fatto squadra con voi.

Dovrete e dovremo ritornare a dare senso alle cose umane della Giustizia e soprattutto della Ingiustizia, ma anche trovare uno spazio di ascolto per voi ed i vostri clienti.

 

Ai Medici di Medicina Generale

In queste settimane tutti noi abbiamo fatto un processo di consapevolezza rispetto alla serietà della situazione che riguarda il diffondersi del contagio per covid19. Voi che siete al centro di questa situazione di emergenza, vi prendete cura delle persone e nello stesso tempo dovete sostenere la fatica e i timori per voi stessi e per le vostre famiglie.Ttrovandovi di fronte a questo forte stress potete mettere in atto risposte che se da un lato hanno un valore adattivo e permettono di affrontare la situazione al meglio, dall’altro possono comportare irritabilità, iperattivazione, aggressività verbale, disturbi del sonno e della concentrazione. La possibilità di occuparsi delle proprie fatiche emotive, permettendo di proteggersi, potrà aiutare a ridurre e limitare questi effetti.

 

Agli operatori socio sanitari un invito a crederci

Una prima buona notizia: la mente dell’essere umano è biologicamente predisposta a integrare le memorie traumatiche e gli eventi stressanti, consentendo ad ognuno di noi di trovare nuovi modi di vivere e di rilanciare la speranza.

Dire questo ora, mentre siete in prima linea nel lavoro, esposti a paura, dolore, rischi reali e gravi, può sembrare una profezia di chi ha “tempo da perdere”.

Andate a recuperare nella memoria i racconti dei vostri nonni o bisnonni e rintracciate i racconti di guerra, epidemie folgoranti che hanno decimato generazioni intere con meningite o spagnola, o altro ancora. Vi accorgerete che è stato tramandato a voi in modo più o meno consapevole un racconto di “resilienza”. Un racconto che avete ascoltato con stima e timore. Si può resistere e trarre forza interiore da circostanze molto dolorose. Sopravvivere ad una pandemia non è solo “non ammalarsi in maniera letale”, ma anche non essere sopraffatti dalla disperazione. La potenziale risorsa di ognuno è mantenere fiducia nel legame e nella cooperazione.

Pertanto:

  • Chiedete aiuto ai vostri colleghi e siate grati a chi pur estraneo si affianca a voi per dare un aiuto concreto
  • Condividete le emozioni e i racconti di chi curate o aiutate perché non gravino solo sul vostro animo

La “relazione” è il primo e più importante fattore di protezione in tutta la storia del Trauma Psichico. Sentirsi appartenete ad una categoria professionale che nel condividere questa esperienza estrema attribuisce un significato valoriale a quello che sta vivendo rinforza il sentimento di protezione, utile pur sempre alla salute, e ridefinisce il ruolo professionale rispetto al contesto sociale, accrescendone il valore.

La seconda buona notizia è che i legami autentici “tengono”, anche nelle fasi della vita più oscure.

Questa situazione di emergenza sanitaria aggiunge al rischio sanitario quello di entrata “in crisi” della vostra coppia. Può capitare di trovarvi davanti ad una svolta: rinnovare l’amore reciproco o deluderlo e ferirlo in maniera non riparabile. Pensate, decidete e rilanciate la fiducia. Vivere e lavorare in un contesto ad alto stress non facilità l’intimità né la risoluzione di problemi. Ancor di più quando allo stress e al pericolo si aggiungono problemi economici.

Occorre gioco e spensieratezza, riposo, tutto quello che in questi giorni non avrete.  Non dipende quindi da voi. Rassicurate voi e il partner che affrontare insieme la fatica e la fragilità accrescerà il valore della vostra vita assieme

Per chi purtroppo è segnato da lutti traumatici o da sintomatologie da stress intollerabili tante sono le iniziative offerte, potete utilizzare cure, suggerimenti, esercizi, e farne tesoro (www.sisst.it) ma ricordatevi che il dolore si trasforma se lo si attraversa. Se lo condividete con i familiari o i colleghi o con chi vi offre aiuto, allora diventa un seme per un germoglio futuro che potrà essere raccolto dai vostri figli, dagli amici, dai colleghi più giovani. E chi è deceduto avrà lanciato voi oltre il dolore per raccogliere speranza e cambiamento.

 

Per gli operatori scolastici

L’apprendimento è un processo in stretta connessione con le emozioni, con la relazione.

L’apprendimento richiede fiducia; la fiducia dell’adulto verso colui che impara, la fiducia dell’alunno verso colui che insegna.

Solo così rimangono tracce di buona qualità.  Anche se a distanza occorre mantenere un dialogo,fatto di parole, di contatto, di  silenzi ascoltati, di relazione.

Se poi il programma va un po’ a rilento… pazienza! Avremo tempo per recuperare, ma ora salviamo il legame con i nostri alunni.

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Co.Me.Te Associazione Nazionale

Associazione Nazionale di psicologi,
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